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Memorie sulla Sardegna

Nel 1930 il regime fascista pensava alla guerra, in termini molto concreti. Ci pensava anche prima ma quell’anno si è cominciato a raccogliere quei dati essenziali per predisporre strategie operative in caso di mobilitazione militare. In precedenza, nel settembre 1923, venne istituito il Servizio Osservatori Industriali, alle dipendenze della Commissione Suprema di Difesa.
Per la Sardegna fu incaricato certo Vittorio Teti, capitano d’artiglieria. Il suo compito era quello di fare una analisi dettagliata e veritiera delle varie industrie esistenti nell’isola, con speciale riguardo al settore minerario e a quello delle comunicazioni. L’obiettivo era verificare, con eventuali proposte aggiuntive là dove si riscontravano deficienze e debolezze del tessuto industriale, la possibilità di produrre in un avvenire non lontano, in caso di mobilitazione industriale-militare, tutto quanto abbisogna in caso di guerra.
Il lavoro è stato ultimato tra l’aprile e luglio del 1930.
Si tratta di due volumi battuti a macchina con una tiratura ipotizzabile di due copie se si è usata, come è plausibile, la carta carbone. Questo fa supporre che il lavoro dovesse restare segreto e per nessun motivo essere divulgato o fatto conoscere se non ai pochi preposti, vale a dire gerarchie militari e ministri del regime. Una serie di circostanze fortuite ha consentito, 85 anni dopo, di ritrovare i due volumi praticamente intatti e salvarli così dall’oblio cui erano destinati e forse dalla loro distruzione al macero.

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